se fossero
apparizioni di natura non Divina, come puo' indurre le persone alla
confessione, alla comunione, alla S.Messa ma soprattutto alla recita
quotidiana del S Rosario?
Olimpia |
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nel
dominio dei fenomeni soprannaturali straordinari, la potenza del demonio
è immensa. Con il permesso di Dio, egli ha il potere di apparire
sotto le sembianze di «Angelo di luce» e persino di apparire
sotto l'aspetto esterno di Nostro Signore o della Vergine Maria, come
fece a Lourdes davanti ad una cinquantina di "veggenti" dopo il ciclo di
apparizioni a Bernardette (cf. Mons. L. Cristiani, Presenza di Satana
nel mondo moderno, Ed. France-Empire, 1960, cap. "Le diavolerie
di Lourdes", pagg. 59-91). Ed egli può allora operare
tutti i tipi di prodigi e di inganni: estasi, levitazioni, fenomeni luminosi,
rumori insoliti, predizioni, parlare in lingue, senza omettere i discorsi
pii e gli inviti all'ascesi più rigorosa. Le concessioni alla
verità e al bene non gli costano niente purché, a lungo
andare, gli riesca di insinuare qualche errore nocivo alle anime e pericoloso
per la Chiesa.
Gli specialisti di teologia
mistica ci forniscono numerosi criteri di discernimento chiari e precisi,
che permettono di distinguere le manifestazioni divine autentiche da tutte
le loro contraffazioni: sia che si tratti di imposture o di turbe psico-patologiche o di interventi
demoniaci; questi tre elementi d'altronde combinano
molto spesso in maniera inestricabile la loro azione al servizio dell'errore
e del male.
Non si tratta solamente di stabilire
la salute fisica e il buon equilibrio psichico dei "veggenti" e nemmeno
di indagare nella loro vita morale e spirituale. Questi criteri sono
necessari, ma non sufficienti. [...]
I
criteri decisivi sono d'ordine obiettivo;
essi si riferiscono alla natura e al contenuto dottrinale dei fatti presentati come provenienti da Dio. Questi sono criteri sicuri
e prioritari, giacché né Dio né la Vergine Maria
sono degli sconosciuti per la Chiesa. È per questo che «è
sufficiente che un solo punto certo sia contraddetto in fatto di dogma
[...] per potere affermare che chi parla non è inviato da Dio»
(Poulain, Des Grâces d'oraison, Traité de théologie
mystique, pag. 357, Parigi 1906. Cf. tutto quanto esposto sulle «Révélations
et visions», p. 293-294). D'altra parte, Dio non suole intervenire
in maniera straordinaria senza motivo evidente: se il messaggio
ricevuto è banale e non fa che ripetere luoghi comuni o parole
di apparizioni precedenti, esso è sospetto.
Ricordiamoci, inoltre, che se una «apparizione» autentica deve essere vera, buona e degna di Dio in
ogni sua parte, un'«apparizione» illusoria o diabolica,
al contrario, non è mai interamente
malvagia. L'inganno va a volte molto
lontano e la contraffazione può presentare delle somiglianze notevoli
con le manifestazioni divine autentiche. La storia della Chiesa ce ne
fornisce esempi famosi.
Tale fu nel XVI secolo quella di una certa Madeleine
de la Croix, francescana di Cordova, votata fin dall'infanzia al demonio,
che, per trentotto anni, trasse in inganno i più grandi teologi,
i Vescovi, i Cardinali dando tutte le apparenze di un'anima dotata di
carismi straordinari (Poulain, op. cit. p. 336).
L'esempio di Nicole
Tavernier, a Parigi, durante i guai della Lega (l'associazione dei
cattolici di Francia nel XVI secolo -n.d.r.-), può essere forse
ancora più stupefacente. «Ella aveva la reputazione di essere
una santa e di operare miracoli. Di fatto, ella prediceva l'avvenire,
aveva delle estasi, delle visioni e rivelazioni e compiva degli incontestabili
prodigi. Digiunava e parlava senza posa della necessità di fare
penitenza per uscire dalle condizioni in cui ci si trovava. Essa annunciava
che, se ci si fosse pentiti dei propri peccati, si sarebbe vista la fine
delle calamità pubbliche. Dietro suo incitamento, la gente si confessava
e comunicava. In diverse città della Francia, si ordinarono perfino
delle processioni. Ed ella stessa ne fece fare una a Parigi alla quale
assistette il Parlamento accompagnato dalla Corte e da un gran numero
di cittadini. Ma presto la beata Acarie riuscì a smascherarla,
dimostrando che il demonio era l'autore di tutto quanto in essa si vedeva
di straordinario e che egli sapeva perdere un po' per guadagnare molto»
(J.-B. Boucher, Madame Acarie, Parigi 1982; citata da H. Bremond, Histoire du sentimente religieux, tomo II, p. 69-71). |